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Giovanna Viganò, l’alumna che a Londra ha vinto il “Talented Young Italians” Awards 2022

30 Gennaio 2023 12:57

Abbiamo intervistato Giovanna Viganò, una nostra alumna che è stata da poco premiata ai “Talented Young ItaliansAwards 2022. Il premio, il cui scopo è quello di portare all’attenzione del pubblico gli italiani che hanno avuto successo nel Regno Unito, è stato istituito dalla Camera di Commercio e Industria Italiana per il Regno Unito, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Londra e con il patrocinio dell’Associazione Talented Italians in the UK.

Giovanna inizia confessandoci come questa vittoria sia stata assolutamente inaspettata e forse per questo ancora più felice: “non è stato premiato lo sprint finale ma tutta la maratona che ho corso”. Una maratona iniziata in Bicocca, che Giovanna reputa fondamentale per la sua formazione: “Mi sono laureata in Fisica e dopo - come tutti - mi sono chiesta cosa fare. L’unica strada percorribile sembrava quella della ricerca, e così ho vinto una borsa di studio per un dottorato a Londra e ho iniziato. Strada facendo però mi sono resa presto conto che non era la mia strada perché io sono molto sociale e il lavoro del ricercatore è profondamente solitario”.

E così hai abbandonato il dottorato? “Grazie ad un workshop a cui ho partecipato in quanto ricercatrice, ho scoperto la figura dell’IP attorney, cioè il professionista che si occupa di  proprietà intellettuale. E` una figura ibrida con competenze scientifiche e legali. Ho quindi deciso di abbandonare la ricerca e iniziare un lungo tirocinio presso uno studio specializzato in IP al termine del quale ho dato degli esami che mi hanno qualificato come patent attorney”.

E la tua laurea in fisica? “La mia preparazione accademica è stata fondamentale. Gli esami europei per diventare patent attorney sono molto competitivi e partecipano i migliori studenti delle più prestigiose università. Posso dire di aver passato gli esami al primo colpo grazie anche alla mia formazione universitaria: la Bicocca mi ha dato gli strumenti per andare lontano”.

E che differenze trovi tra Regno Unito e Italia in campo accademico? “Ripeto che la formazione che ho ricevuto non ha nulla da invidiare a quella di università come Cambridge e Oxford. Devo dire però che, nella mia esperienza, la ricerca in UK è più applicativa e meno teorica. Per questo nelle universita` in UK formano i ricercatori anche in merito all’importanza di proteggere e tutelare la proprietà intellettuale. Mi piacerebbe aiutare l’Italia in questo, magari proponendo anche in Bicocca un workshop per aiutare i ricercatori a trovare i giusti strumenti per proteggere il proprio lavoro come era stato fatto con me”.

In cosa consiste in pratica il tuo ruolo? “Attualmente lavoro per Mastercard e lì mi occupo di identificare e legalmete proteggere  l’innovazione interna ad esempio procedendo a depositare domande di brevetto e curando la sua prosecuzione fino a brevetto concesso. Ecco, vuoi sapere una cosa divertente a proposito del legame tra la mia laurea in fisica e il mio lavoro? Anche Albert Einstein lavora in in ufficio brevetti ma nella posizione opposta alla mia: lui oggi avrebbe scelto se accogliere o meno le mie domande di brevetto depositate presso l’ufficio brevetti svizzero!”.

Sappiamo che purtroppo le donne laureate in materie STEM sono sempre troppo poche perché  purtroppo le ragazze spesso vengono ancora scoraggiate a studiare materie scientifiche. Tu ti sei mai scontrata con questi pregiudizi? “A dire il vero non mi sono mai posta il problema, ho semplicemente seguito le mie inclinazioni e sono sempre stata supportata dalla mia famiglia. Nel mio corso la maggior parte degli studenti erano ragazzi ma c’era un numero significativo di ragazze e molte di noi hanno avuto carriere brillanti. Devo dire che poi anche io mi sono trovata seduta a tavoli di lavoro con uomini adulti che si rivolgevano a me dando per scontato che fossi una segretaria e non una loro collega ma credo che le cose stiano cambiando molto velocemente e che questi episodi siano sempre più rari. Nel mondo anglosassone c’è già da anni molta attenzione per queste dinamiche e sono sicura che anche in Italia la sensibilità su questo stia aumentando.”