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Intervista al team di Micro-Val

17 Giugno 2021 18:00

Il progetto “Micro-Val” nasce all’ interno del laboratorio di Microbiologia del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell'Università di Milano-Bicocca.
Il gruppo di ricerca, diretto dalla professoressa Patrizia Di Gennaro, studia i microrganismi che hanno la capacità di eliminare diversi contaminanti ambientali tossici per l’uomo. Negli ultimi anni l'attenzione è stata rivolta a microrganismi in grado di eliminare le plastiche a base di polietilene.
Il motivo principale consiste nel fatto che la grande maggioranza di materiali plastici che vengono utilizzati quotidianamente sono a base di polietilene, per due ragioni principali: possiedono ottime caratteristiche chimico-fisiche e meccaniche e hanno bassi costi di produzione. Questi polimeri sono anche molto resistenti all’attacco di organismi biologici proprio per le loro specifiche qualità!
Il crowdfunding lanciato da Micro-Val ha l’obiettivo di raccogliere fondi sufficienti per sviluppare un processo biologico a basso impatto ambientale per eliminare la plastica a base di polietilene che contamina i rifiuti organici.
Per fare ciò, l’obiettivo è di sfruttare le capacità di alcuni microrganismi in grado di mangiare i rifiuti della plastica che non si riescono ad eliminare con le tecnologie a disposizione in maniera efficiente.

 

Cos’è “Micro-Val”? Com’è nata l’idea del progetto?

 

DI GENNARO: Micro-Val è un progetto che ha come obiettivo lo svolgimento di un processo biologico per liberare i rifiuti organici dai residui di plastica a base di polietilene, il tutto attraverso l’impiego di batteri specifici in grado di “digerire” questa plastica.

Oggi la maggior parte delle plastiche è composta da polietilene, molta di questa viene riciclata, ma, con la raccolta differenziata, una parte finisce per errore nei rifiuti solidi organici. L’idea del progetto nasce proprio per cercare una soluzione ecologica a questo problema.

Il tutto è partito da un laboratorio di microbiologia, in cui ci occupiamo di studiare batteri coinvolti nella degradazione di contaminanti ambientali.

 

Esistono altre metodologie per eliminare la plastica dai rifiuti organici? Se la risposta è sì, quali sono le differenze ed i vantaggi del processo che “Micro-Val” ha intenzione di sviluppare?

 

ZAMPOLLI: Certo che esistono altre metodologie.

Oggi la plastica è smaltita in discarica o in altri impianti dedicati, ma i processi da questi utilizzati generano altre sostanze nocive che producono un impatto negativo sull’ambiente.

La differenza di Micro-Val sta nel fatto che noi vogliamo sviluppare un processo biologico e sostenibile, in cui non vengono generate altre sostanze nocive.

I batteri da noi impiegati sono infatti isolati dall’ambiente naturale, e ciò rende il tutto più green, in linea anche con gli attuali trend della politica europea, sempre più attenta a tematiche di questo tipo.

 

Quali saranno le tempistiche necessarie ad implementare il trattamento biologico nel processo di smaltimento?

 

DI GENNARO: Micro-Val si articolerà in due fasi: la prima, più da laboratorio, servirà a studiare le proprietà dei batteri mangia-plastica e a valutare la loro efficacia nel liberare la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU) dalla componente di rifiuto indesiderato.

La seconda invece sarà proprio indirizzata a valutare l'implementazione di questo processo su larga scala. Stimiamo che questo studio ci impiegherà circa 14 mesi, alla fine dei quali proporremo la fattibilità del processo per renderlo utilizzabile su grande scala, il tutto avverrà grazie alla collaborazione di grandi aziende del settore.

Infine questa collaborazione sarà rilevante anche nella fase successiva.

 

Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati di raggiungere attraverso la campagna di Crowdfunding? Quali obiettivi avete già raggiunto? Com’è arrivato il sostegno di Corepla?

 

ZAMPOLLI: Il primo obiettivo che ci eravamo prefissati era quello di ottenere attraverso la raccolta fondi di “Produzioni dal Basso” la cifra di 9.500 euro. Era presente anche un altro “sotto obiettivo” : il raggiungimento della cifra di 4.750 euro. Se avessimo raggiunto questa prima cifra, avremmo ottenuto il cofinanziamento di Corepla, che si era dimostrato fortemente interessato al progetto ed intenzionato a partecipare. Esso è stato quindi il nostro primo sostenitore e sponsor.
La cifra di 4750 euro è stata raggiunta in circa 36 ore.
E grazie al finanziamento di Corepla, il 23 Aprile avevamo già raggiunto il nostro primo obiettivo!
Il secondo obiettivo era invece di raccogliere una cifra di 13.000 euro.
Anch’esso è stato raggiunto in circa 3-4 giorni.
Grazie al raggiungimento di questo obiettivo, avremo la possibilità di utilizzare i fondi raccolti per l’acquisto di un piccolo bioreattore da laboratorio : ci permetterà di monitorare in tempo reale in che modo crescono i batteri e di studiare le loro condizioni.
Tutte le informazioni che raccoglieremo ci aiuteranno ad ottimizzare il processo e ad identificare ulteriori batteri che potrebbero aiutare nell’eliminazione delle plastiche a polietilene.

 

Parlateci del team: da quante persone è composto? Voi che ruolo svolgete al suo interno?

 

DI GENNARO: il nostro è un team ideato tutto al femminile, composto da cinque ricercatrici dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca.
Nello specifico è composto da:
- Dott.ssa Jessica Zampolli: team leader del progetto ed assegnista di ricerca presso il laboratorio di microbiologia del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze;
- Dott.ssa Alessandra De Giani: studentessa del corso di Dottorato in Tecnologie Convergenti per i Sistemi Biomolecolari (TeCSBi).
Nel progetto svolge anche un ruolo importantissimo legato alla comunicazione ed alla divulgazione dei risultati raggiunti durante il progetto.
Si sta anche occupando dello sviluppo di un’applicazione che ha l’obiettivo di aiutare il cittadino a capire se le plastiche possono finire davvero nel rifiuto organico (perché davvero biodegradabili e biocompostabili);
- Prof.ssa Patrizia Di Gennaro: sono responsabile del laboratorio di ricerca di microbiologia presso il Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze e docente di Microbiologia Generale e Molecolare.
Negli anni mi sono occupata anche della ricerca volta allo studio su microrganismi che hanno la capacità di biodegradare alcune sostanze contaminanti;
- Prof.ssa Elena Collina: docente di Chimica Ambientale presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra.
Si occupa della valorizzazione di rifiuti e scarti industriali.
Insieme alla Prof.ssa Lasagni svolge il ruolo di studiare attraverso metodi analitici quali sono i prodotti che derivano dal processo di degradazione dei batteri;
- Prof.ssa Marina Lasagni: docente di Chimica Ambientale presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra.
Si occupa di creare metodi analitici per la caratterizzazione di rifiuti e scarti.
E’ inoltre un’esperta di microplastiche.

 

Perché investire in “Micro-Val”?

 

Zampolli: innanzitutto perché è importante imparare a biovalorizzare i nostri rifiuti! Si pensi alla plastica: riuscire ad eliminarla costituisce sicuramente un “goal” importante, ma ad oggi diventa fondamentale anche imparare a biovalorizzarla. Difatti se riuscissimo, per esempio attraverso alcuni batteri, a trasformarla, riusciremo a dare vita a nuovi prodotti.
Un altro motivo è costituito dal fatto che in Italia non esiste un impianto che porta avanti un processo del genere: vogliamo promuovere un discorso di sostenibilità ambientale e di sviluppo biologico, utilizzare questa realtà di ricerca a livello tecnologico e industriale, con il fine di sviluppare un processo che sia il più possibile sostenibile e green.
Il nostro obiettivo è proprio quello di sensibilizzare le persone in questo senso: vogliamo renderle più attente verso tematiche non banali a cui spesso non si presta attenzione.
Ad oggi abbiamo avuto tanti sostenitori, circa 150, tra cui anche tanti studenti e persone giovani.
Al di là del processo che vorremmo andare a sviluppare, vogliamo sviluppare un trasferimento di conoscenze in ambito scientifico che possa sensibilizzare le persone e far conoscere meglio queste tematiche.