
Sostenibilità Aziendale
5 Giugno 2025 18:00
Se il buon giorno si vede dal mattino allora nel 2025 l’entusiasmo verso le politiche ESG (ambientali, sociali e di governance) e per la decarbonizzazione potrebbe subire un rallentamento. A livello geopolitico, il contesto internazionale sta contribuendo a deviare risorse dall’ambiente verso altre priorità, come la difesa. Questo passaggio, che alcuni hanno definito da un “Green Deal” a un “War Deal”, evidenzia la crescente complessità della sostenibilità nel contesto globale.
L' UE si trova alle prese con un vero e proprio dilemma della crescita sostenibile. Qui la sostenibilità si intreccia con la necessità di affrontare il rallentamento della crescita economica. Per esempio, il recente Il rapporto Draghi sottolinea come l'UE debba colmare il divario tecnologico con Stati Uniti e Cina per sostenere la decarbonizzazione e rimanere competitiva. Sebbene l’Europa abbia un ruolo di leadership nelle tecnologie pulite, essa deve affrontare sfide come la dipendenza internazionale (non solo dalla Cina) per materie prime critiche e il costo elevato dell’energia. Senza una strategia coordinata, la decarbonizzazione rischia di entrare in conflitto con la competitività delle imprese europee che si trovano tra l’incudine e il martello. Da un lato una regolamentazione europea stringente (con obiettivi molto virtuosi) e dall’altro la concorrenza globale, spesso con un assetto normativo meno vincolante, soprattutto dal punto di vista ambientale, e costi di produzione inferiori. Per rimettersi in carreggiata, per esempio, l'UE ha emanato il Regolamento sull'industria a zero emissioni (NZIA). L'obiettivo? Raggiungere nei prossimi anni (dichiaratamente entro il 2030) una capacità produttiva di tecnologie pulite pari almeno al 40% del fabbisogno annuale dell'Unione Europea.
Nello specifico le seguenti: Solare fotovoltaico e solare termico, elettrolizzatori e celle a combustibile, eolico onshore ed energie rinnovabili offshore, biogas/biometano, batterie e mezzi di stoccaggio, cattura e stoccaggio della CO2, pompe di calore e geotermia, tecnologie di rete. Alle tecnologie sopra indicate va aggiunto per opportunità anche il nucleare, per esempio gli SMRs (small modular reactors).
Nonostante l’importanza crescente della sostenibilità nelle strategie aziendali, nell’ultimo periodo sono emerse criticità che hanno contribuito ad ostacolarne l’efficacia e la diffusione. Un elenco dei principali problemi contiene:
- Difficoltà nel misurare i risultati: i mercati finanziari non hanno ancora evidenziato impatti chiari delle politiche ESG sulle performance aziendali;
- Mancanza di standardizzazione: obiettivi e tempi per il raggiungimento dei target differiscono tra aziende, rendendo complicato il confronto;
- Certificazioni: molte imprese scelgono autonomamente certificazioni funzionali alle proprie strategie, sollevando dubbi sull’effettivo impegno per la sostenibilità.
Per le imprese italiane, affrontare questa sfide richiede un ripensamento rilevante delle strategie aziendali per la decarbonizzazione: bisogna integrare i principi di sostenibilità ambientale con gli obiettivi di crescita.
In primo luogo è importante valorizzare le competenze interne attraverso il coinvolgimento diretto del personale nella definizione delle strategie di sostenibilità. Questo vuol dire non basarsi esclusivamente su consulenze esterne e sfruttare il know-how specifico dell’organizzazione. In particolare, un’attenta valorizzazione delle competenze interne può favorire l’adozione di politiche ambientali realmente integrate nei processi aziendali, promuovendo una maggiore adesione agli obiettivi strategici.
In secondo luogo è evidente che la transizione richiede competenze nuove e specializzate. Pertanto è altrettanto importante investire nella formazione del personale, garantendo che i dipendenti siano adeguatamente preparati e sviluppare una maggiore consapevolezza sull’importanza delle politiche ESG.
In terzo luogo le imprese devono privilegiare investimenti che abbiano un impatto reale e duraturo. Tecnologie per l’efficienza energetica, l’autoproduzione di energia rinnovabile e l’adozione di contratti come le garanzie di origine o contratti di fornitura energia elettrica rinnovabile a medio-lungo termine, rappresentano strumenti chiave. Bisogna invece evitare soluzioni di breve periodo, come l’acquisto di crediti di carbonio da progetti di dubbia qualità, che possono compromettere la credibilità aziendale e non contribuiscono significativamente agli obiettivi di decarbonizzazione.
La sostenibilità dunque non deve essere percepita come un costo, ma come un volano per l’innovazione e la crescita competitiva. Si tratta tuttavia di un percorso arduo anche per l'Italia dato che per alcune delle tecnologie menzionate la filiera domestica è molto ridotta.