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Gli Alumni si raccontano

Arianna Talamona

Nuotatrice paralimpica, campionessa mondiale nei 50 delfino e nei 200 misto.
A febbraio 2020 si è laureata in Bicocca in psicologia (laurea magistrale)

Intervista ad Arianna Talamona

10 Ottobre 2020

CHI SEI? COSA FAI OGGI? PRESENTATI BREVEMENTE
Sono Arianna Talamona, una nuotatrice paralimpica ed attualmente sono in preparazione per le Olimpiadi di Tokyo 2020. Sono campionessa mondiale nei 50 delfino e nei 200 misto.
Sono anche un’ex alunna della Bicocca, infatti a febbraio 2020 mi sono laureata nella magistrale di psicologia.

 


DURANTE LA TUA CARRIERA HAI CONQUISTATO MOLTE MEDAGLIE, DIMOSTRANDO CHE LA DISABILITA’ NON È UN LIMITE. PARLACI DELLA TUA MALATTIA E DI COME L’HAI TRASFORMATA IN UN PUNTO DI FORZA.
Io, a differenza di altri sportivi, sono nata con questa disabilità: per me non esiste un “prima”, io conosco semplicemente quella che è la mia realtà e ci ho dovuto fare i conti fin da subito.
Secondo me, attraverso la crescita e la maturità riesci sempre di più a capire la disabilità.
Da piccola la vedevo quasi come un’ingiustizia, ma crescendo il mio pensiero è cambiato, ed il nuoto ha svolto un ruolo importantissimo in tutto questo.
Il fatto che ci fosse anche mia mamma disabile, mi ha in qualche modo trasmesso un po’ di “normalità”, però è stato un percorso che ho affrontato principalmente da sola: avere qualcuno al tuo fianco può aiutarti, ma è una sfida che devi affrontare principalmente con le tue forze.

 


HAI FREQUENTATO L’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO – BICOCCA, PARLACI DEL TUO PERCORSO UNIVERSITARIO: COSA TI HA SPINTO A SCEGLIERE PROPRIO LA BICOCCA ED IL CORSO DI PSICOLOGIA ?
Ho scelto psicologia perché durante il mio percorso sportivo e personale, c’è stato un momento nella mia vita (circa 7 anni fa), in cui ho avuto bisogno di una persona che mi aiutasse dal punto di vista psicologico: soffrivo di ansia e avevo difficoltà a socializzare con le persone.
Questo percorso mi ha aiutato molto e mi ha fatto venire voglia di imparare ad aiutare anche gli altri.
Ho scelto la Bicocca perché secondo me su Milano è l’Università migliore per le persone disabili.
Essendo un ateneo nuovo, hanno fatto un lavoro di accessibilità davvero molto bello.
Rispetto ad altre Università, un ragazzo disabile riesce ad essere quasi completamente autonomo.

 


CHE RUOLO HA AVUTO IL NUOTO NELLA TUA VITA? COME SEI RIUSCITA A CONCILIARE SPORT, UNIVERSITA’ E VITA PRIVATA?
Il nuoto è stato la “palestra” della mia vita.
Essendo uno sport che ti isola molto, nei momenti di fatica e di difficoltà è richiesta una grande forza di volontà per andare avanti e migliorarsi ogni volta.
Migliorarsi ogni volta in acqua, ti aiuta a migliorare ogni volta nella vita di tutti i giorni.
In Università ho fatto molta meno fatica rispetto ad alcuni miei colleghi: sono abituata a gestire la tensione e lo stress ed ho fatto anche molta meno fatica rispetto al Liceo per quanto riguarda lo studio: l’importante è organizzare bene i tempi e gestire la stanchezza.
Devi comunque fare dei sacrifici!

 


SAPPIAMO CHE TI SEI LAUREATA PORTANDO UNO STUDIO SPERIMENTALE SULLE COPPIE CON UNO O ENTRAMBI I PARTNER DISABILI, PARLACI DI QUESTO PROGETTO E DI QUANTO SIA IMPORTANTE PER TE
La professoressa con cui mi sono laureata era molto tosta, così ho deciso di portare un argomento trattato poco: i rapporti amorosi nelle coppie con delle persone disabili.
Il sesso in generale è un argomento “taboo”.
Tutto il mio lavoro è partito anche dalla mia esperienza personale (essendo fidanzata con un ragazzo che non è disabile). Il mio studio ha mostrato che esistono molti pregiudizi nei confronti delle persone disabili e nelle coppie con un partner disabile in particolare.
La donna perde la sua “attrattività” e non si pensa che possa essere indipendente.
L’uomo disabile forse è colpito ancora di più dai pregiudizi: il maschio che dovrebbe essere dominante ed indipendente, se disabile perde la sua “forza”.
Tutt’ora sto portando avanti l’idea di un progetto proprio sul sesso e sulla disabilità.
Secondo me se si riesce a sdoganare un argomento così tanto taboo, è possibile sdoganare anche tutto il resto.

 


NELLA TUA CARRIERA DA ATLETA QUAL È STATO IL MOMENTO PIU’ SIGNIFICATIVO?
Durante 10 anni di carriera, ci sono stati tanti piccoli momenti importanti.
Il più significativo è stato sicuramente il mondiale dell’anno scorso, dove ho vinto i miei primi titoli a livello internazionale.
Per me è stato incredibile soprattutto per quanto riguarda la vittoria nei 50 delfino, perché non era per niente scontata (a differenza dei 200 misto in cui comunque partivo come la favorita).
Esserci riuscita è stata una bella emozione.
Io ho lavorato tanto per raggiungere questi obiettivi: i risultati non arrivano sempre subito!

 


SEI MOLTO ATTIVA SUI SOCIAL (INSTAGRAM, TIKTOK, BLOG “LO STILE DI ARIANNA”). QUALE RUOLO HANNO PER TE E CHE MESSAGGIO VORRESTI TRASMETTERE A CHI TI SEGUE?
Ho iniziato quattro anni fa a dedicarmi di più ai social: sono partita con il blog, attraverso il quale volevo trasmettere un concetto di “fashion” nella disabilità.
Oggi invece cerco di trasmettere qualcosa di più: sia dal punto di vista della disabilità (ovvero far capire alle persone che è più normale di quanto si pensi), che dal punto di vista motivazionale e di crescita personale, ovvero trasmettere e raccontare agli altri tutto il mio impegno e tutto il percorso che ho superato per arrivare dove sono ora.
Grazie ai social riesco ad interagire con le persone ed a connettermi con loro, difatti cerco sempre di rispondere a tutti (naturalmente finché potrò).
Sui miei social si è comunque creato una sorta di network: non ho tantissimi follower, ma i commenti e le interazioni sono tanti!

 


QUALI SONO I TUOI PIANI PER IL FUTURO? OBIETTIVI E SOGNI?
Sono in un periodo un po’ confuso della mia vita: dopo la laurea mi sono ritrovata in un limbo.
Il mio primo obiettivo è l’Olimpiade di Tokyo, dopo si vedrà cosa fare.
Vorrei continuare a sviluppare progetti strutturati e concentrati sulla comunicazione, per esempio mi piace molto anche l’ambito dello “sport management”, ovvero la gestione di un atleta dal punto di vista dei social e della comunicazione.
Il mio sogno però sarebbe quello di costruire “qualcosa di mio”, una linea di vestiti inclusiva per esempio!
Io ed un mio amico abbiamo già collaborato e creato un gioiello insieme.
Mi sto lasciando tante porte aperte.
Non so se tornerò sul percorso della psicologia, infatti mi sto orientando su altri percorsi; anche se gli studi che ho fatto mi hanno offerto un punto di vista completamente diverso e mi hanno aiutato molto!

 

 

LA PANDEMIA HA FATTO RINVIARE LE OLIMPIADI DI TOKYO 2020, MA NEMMENO QUESTO OSTACOLO TI HA SCORAGGIATA. QUALE CONSIGLIO DARESTI A CHI INCONTRA DELLE DIFFICOLTA’ NELLA SUA VITA E HA PAURA A METTERSI IN GIOCO?
Fondamentale è la PASSIONE! Se amiamo e crediamo in ciò che facciamo, anche se incontriamo degli ostacoli riusciamo sempre ad andare avanti.
È importante anche che ci siano dei sogni e degli obiettivi che ci motivino, sia a “lungo termine” che a “breve”. Concentrandoci anche su quegli obiettivi che ci sembrano impossibili ed irraggiungibili, riusciamo sempre a migliorarci ed andare avanti.
Nella migliore delle ipotesi, il nostro sogno potrebbe realizzarsi (come nel mio caso), nella peggiore ci abbiamo almeno provato!

 

Giovannini Maria Giulia, Fellegara Valentina