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Storie di BicoccAlumni: Riccardo Tebano dalla fisica alla psicologia

18 Gennaio 2019

Riccardo Tebano classe 1971, si laurea in Fisica nel 1998 presso l'Università Statale di Milano. Dal 1998 al 2001 svolge il Dottorato di Ricerca in Scienza dei Materiali. Inizia a lavorare in Pirelli Labs già nel 2001 come ricercatore. 
Nel 2007, però, decide di riprendere in mano i libri e sceglie una facoltà apparentemente lontana dai suoi primi studi: Scienze e Tecniche Psicologiche presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Proseguendo con la sua carriera in Pirelli, Riccardo termina il suo percorso con la laurea magistrale in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.
Attualmente è responsabile di un team che si occupa di R&D Projects & Knowledge Management

 

Il tuo percorso formativo è molto particolare, dalla fisica alla psicologia. C'è un filo conduttore nelle tue scelte? Oppure sei stato mosso dal puro interesse personale?

Sicuramente la curiosità e il desiderio di conoscenza sono alla base del mio percorso. Mi sono rivolto alla fisica per trovare risposta alle domande fondamentali tipo quali siano gli oggetti elementari che formano la realtà. Alla fine del percorso invece che oggetti e risposte ho trovato processi mutevoli e ancora più domande. In questi processi fondamentali il soggetto che osserva gioca un ruolo cruciale. Così la psicologia e le neuroscienze più in generale sono state il naturale proseguimento di questa esplorazione e la domanda è diventata quali siano i processi che ci consentono di conoscere. L’occasione di iscrivermi di nuovo all’Università per studiare Psicologia ha coinciso con un periodo particolare della mia vita, ed è stato certamente difficile conciliare studio e lavoro, ma la passione e la soddisfazione di imparare cose nuove mi hanno consentito di superare i momenti i cui mi sono chiesto che senso avesse a quarant’anni cimentarmi in questo sforzo.

 

Per tanti anni ti sei occupato di ricerca in Pirelli. Qual è stata la tua esperienza da ricercatore nel settore privato? 

In questi anni di lavoro nella Ricerca e Sviluppo di Pirelli ho avuto la fortuna di lavorare a diverse sfide interessanti: dai materiali superconduttori, alle reti di sensori distribuite, al pneumatico intelligente, in un ambiente collaborativo di naturale relazione col mondo della ricerca nelle Università. Ora che mi occupo più di gestione dell’innovazione vedo ancora di più l’importanza del dialogo e della cooperazione tra Università e impresa, in quel circolo virtuso che è l’Open Innovation, dove entrambi i mondi, quello accademico e quello industriale, possono trarre vicendevolmente profitto in un processo di mutua “contaminazione”. Trasferimento della conoscenza e delle competenze, predisposizione al lavoro interdisciplinare e di gruppo, lavoro volto ad un obiettivo con tempistiche ben definite, brevetti, pubblicazioni e opportunità di impiego per i giovani che collaborano sui progetti congiunti, sono tra i grandi vantaggi di queste interazioni. Negli anni ho visto arrivare ragazzi e ragazze che dopo aver collaborato con grande profitto atraverso progetti congiunti come nel CORIMAV, COnsorzio RIcerca Materiali AVanzati, con l’Università di Milano Bicocca  stanno ora dando il loro prezioso contributo all’interno di Pirelli ed in particolare le donne che, come dimostrano le ricerche scientifiche, possono dare un valore unico al successo di un’azienda.

 

Quali sono, secondo te, le più importanti innovazioni nel tuo settore negli ultimi anni? 

Il pneumatico è un oggetto complesso composto da diverse componenti, gomma naturale e sintetica, tessuti tessili e metallici, additivi chimici, ecc. realizzato con un processo produttivo altrettanto complesso, e racchiude contenuti tecnologici sofisticati difficili da far percepire al consumatore finale che è abituato ad associare la tecnologia e l’innovazione ad esempio ai prodotti dell’elettronica di consumo.  Soltanto una continua innovazione tesa alla ricerca di prestazioni sempre più spinte e spesso in competizione tra loro e alla sostenibilità sempre più orientata alla “circular economy”, consentono di rimanere ai vertici e competere in un ambiente sempre più agguerrito. Inoltre il mondo dell “automotive” sta andando incontro ad una vera e propria “rivoluzione” incentrata sulle tematiche della mobilità connessa, elettrica, condivisa, e autonoma e capire e anticipare quale impatto avrà tutto questo sul pneumatico, cogliendo opportunità di innovazione, sarà sicuramente un fattore di competitività.

 

 

Per quanto riguarda il tuo percorso più recente legato all'ambito della psicologia, che progetti hai?

E’ stato molto difficile portare a termine il percorso universitario, conciliando lavoro e studio, soprattutto la Laurea Magistrale. Al momento vedo quindi davvero difficile completare il percorso di psicologo con l’anno di torocinio e immaginare uno sviluppo in questo senso. Sono però contento di essere riuscito a laurearmi e per questo devo ringraziare tante persone che mi hanno sempre supportato, dalla Professoressa che mi ha seguito pazientemente nel lavoro di tesi, Emanuela Bricolo, al team di persone straordinarie con cui lavoro che mi ha sempre incoraggiato.